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SERINO - CONVENTO SAN FRANCESCO

serino convento san francesco

  DESCRIZIONE


Le fonti storiografiche evidenziano che il “sito” fu costruito a seguito di un contratto stipulato tra i francescani riformati e l'Università di Serino in data 8 febbraio 1615.
Stipulato il contratto i Francescani, nel giorno dell‘Ascensione del 1615, issarono la Croce nel posto in cui doveva sorgere il nuovo convento, situato a circa un terzo di miglio dall‘abitato di Sala, e iniziarono la costruzione del convento partendo dalla chiesa.
Sul lato sinistro del convento è possibile accedere alla chiesa attraverso un antico portale in pietra levigato, recante la data 1681. Realizzata per volere di alcune famiglie gentilizie del posto che espressero il desiderio di realizzare cappelle per il culto dei santi e di essere sepolti nel nuovo santuario, la chiesa è ad una sola navata, è illuminata da ampie finestre che si aprono sulle pareti della costruzione. Lungo i lati della navata si dispongono otto cappelle con altrettanti altari dedicati a Gesù, alla Madonna e ai santi. Di queste cappelle, particolarmente suggestive sono quelle poste a destra e sinistra del transetto.
Nell’abside, è presente un coro in legno di noce intagliato e contenente trentadue posti distribuiti in due file. Anticamente, sul lato destro, si ergeva un pulpito semicircolare successivamente eliminato per ragioni estetiche.

 

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SERINO - MONUMENTO AI CADUTI

serino monumento caduti

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    I particolari artistici, il borgo ed i paesaggi che hanno maggiormente colpito la nostra attenzione.
  

 

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SERINO - CHIESA SAN LUCA

serino chiesa san luca

  DESCRIZIONE


La chiesa di San Luca Evangelista, nella frazione Ponte di Serino, è una delle chiese più antiche del territorio serinese, tanto che fonti storiografiche riportano la sua presenza già nel 1276.
Inoltre, la chiesa fu il primo nucleo intorno al quale si sviluppò l'attuale frazione Ponte, che veniva, infatti, identificata con il nome della sua chiesa : “in casali S. Luce est ecclesiae S. Lucae”.
L'attuale chiesa è il risultato di una profonda ristrutturazione avvenuta nel 1857, tuttavia conserva ancora il vecchio portale lapideo e l’altare maggiore in marmi policromi.
Sul portale d’ingresso è presente un’incisione in latino, che recita: ”DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS EST 1781”.
La lapide che sovrasta il portale, riporta quanto segue: "AD ONORE DI DIO E DELL'EVANGELISTA LUCA QUESTO TEMPIO DALLE INGIURIE DEGLI ANNI QUASI DISTRUTTO, SORGE ORA A MIGLIOR FORMA A SPESE DEL COMUNE DEL PIO MONTE DEL SODALIZIO DE FILIANI E PIU' DI DONATO MARICONDA PARROCO DELLA SALUTE DELLE ANIME TENERISSIMNO A CUI SOCCORSE LA CURA INDEFESSA DI ANNIBALE MARICONDA NIPOTE".

 

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SERINO - CHISA SANTA MARIA DELLE GRAZIE

serino chiesa santa maria delle grazie

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La chiesa di Santa Maria delle Grazie, originariamente a servizio del castello feudale, è attualmente il “sito” di interesse storico-culturale della località Toppola di Serino meglio custodito.
Le sue origini risalgono probabilmente al XVI secolo. In merito, vi sono svariate fonti storiche documentali tra cui la più risalente è quella del 12 gennaio del 1569 che dice testualmente: “il Castello attualmente è inabitato e semidiruto; similmente la Chiesetta esistente nel Castello, Santa Maria delle Grazie, allo stato attuale è semidiruta, deserta, con porte aperte. Vi sono ancora altare e alcuni immagini sacre distrutti con sepoltura e campanile senza campane e una colonna con acquasantiera”.
Altra testimonianza risale all’8 novembre del 1600 in cui l’arcivescovo di Salerno, mons. Mario Bolognini, decretò che parte della somma raccolta dai fedeli a beneficio della Chiesa di S. Maria delle Grazie al Castello fosse devoluta per la compera di qualche stabile. E così con la somma raccolta fu restaurata la Chiesetta del Castello Feudale e fu comprato un terreno arbustato detto “lisca”.
Ultima testimonianza reperita risale al 1640 e riferisce che “il diritto di patrono della Cappella di S. Maria delle Grazie al Castello appartiene al Principe di Avellino”, il quale si dedicò alla cura e al restauro del Castello e della Chiesa.
Davanti alla Chiesetta c’è uno spiazzo con un tiglio secolare.
Mediante una scaletta in muratura si accede al campanile con una sola campanella e attraverso un corridoio, nella stanza sovrastante la chiesetta, che fu costruita vicino al Palazzo di residenza del Conte. In essa si riunivano, fin dalle origini, il Conte e i familiari per pregare e per partecipare alla Santa Messa che veniva celebrata da un sacerdote liberamente scelto dal Conte in quanto la veniva considerata come “proprio e privato oratorio”.

 

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SERINO - CIVITA DI OGLIARA

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Immersa nel Bosco di Serino, in località Ogliara, su di un piccolo altopiano delimitato dal fiume Sabato, si trova una cinta muraria della circonferenza di circa 2 chilometri, nota come “Civita di Ogliara”.
Secondo un’antica tradizione iniziata con Cluverio, nel XVII secolo, la “Civita di Ogliara” sarebbe la cinta muraria della città di “Sabazia”, capitale dei Sanniti irpini e dalla quale avrebbero preso il nome i Sabatini.
Scrive Cluverio : “Dei fiumi che partendo dal territorio degli Irpini si versano nel Volturno, il primo è il fiume Sabatus, ora volgarmente detto Sabato. Questo fiume aveva questo nome da tempi così antichi che da esso ha preso nome la popolazione detta dei Sabatini...Sembra poi che ci fosse un luogo fortificato presso il fiume, di nome Sabazia, da cui i suoi abitanti hanno preso il nome di Sabatini. In quale luogo essi stessero è cosa incerta. Si crede tuttavia che questo luogo si trovasse fra due località fortificate, che volgarmente sono chiamate Terranova e Prata”.
Alimenta il mito il Bella Bona il quale sostiene che ”Sabatia” sia stata fondata da un mitico progenitore di Noè sopravvissuto al diluvio universale di nome Sabatio e che la città era sita nella valle fra i monti di Serino nel luogo detto Ogliara, con cittadini i Sabatini. Il mito avvolge anche ciò che si racconta della sua distruzione; alcuni autori raccontano che “Sabatia” è stata distrutta da Annibale nel corso della seconda guerra punica, altri, al contrario, sostengono che è stata distrutta dai romani per punire i Sabatini divenuti alleati di Annibale, altri ancora la vogliono distrutta da Silla al tempo della Guerra Sociale (89 a. C.).
Al di là del mito, nessuna fonte storica da Tito Livio ad altri scrittori antichi ha mai fatto cenno all’esistenza della città di “Sabatia” e nettampoco al legame tra questa città e la cinta muraria della località Ogliara. Anche lo storico Francesco Scandone ha escluso questa correlazione, sostenendo, invece, che la “Civita di Ogliara” è un forte di sbarramento risalente al tempo della guerra civile tra il conte Siconolfo e Radelchi per il dominio del ducato di Benevento, voluto da Radelchi per impedire l’avanzare di un esercito nemico che da Salerno avrebbe potuto invadere la valle del Sabato.
L‘ipotesi avanzata dallo Scandone è stata confermata dai vari archeologi che si sono interessati alle mura ed alle torri di Civita Ogliara, a cominciare dal Woolley per finire a Pasquale Natella.

 

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