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SOLOFRA - COLLEGIATA SAN MICHELE ARCANGELO

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  DESCRIZIONE


La collegiata di San Michele Arcangelo rappresenta il monumento più importante della comunità solofrana, testimonianza dei fermenti culturali ed artistici che si svilupparono nel paese irpino a partire dal XVI secolo per merito dei signori locali, che favorirono il contatto con gli ambienti napoletani, e dell’autonomia amministrativa dell’Universitas che favorì l’incremento di tutte le attività artigianali e commerciali.
L’opera fu fortemente voluta dall’Universitas, affinché la stessa diventasse il simbolo più eloquente della crescita della comunità locale e di una opulenta realtà sociale ed economica.
I lavori iniziarono nel 1522 e la Collegiata venne costruita, in parte, sull’edificio dell’antica Pieve di S. Angelo e S. Maria ed, in parte, comprando un terreno limitrofo dal feudatario Ercole Zurlo.
A quei tempi, pur esistendo un unico progetto, la costruzione avveniva a pezzi. Una delle prime Cappelle fu quella detta del Corpo Santo (a sinistra del transetto), mentre l’ala sinistra della chiesa fu completata nel 1544. Gli altari e le cappelle, la sacrestia, la canonica e gli ornamenti furono aggiunti gradatamente.

  • Prospetto e portale principale

Il prospetto principale, realizzato da Lazzari Dionisio, si presenta a corpo unico, con tre punti luce rifiniti con invetriate policrome, e delimitata ai lati dal maestoso campanile (costruito con il recupero delle pietre della pieve di S. Angelo e S. Maria) e dalla chiesa di Santa Chiara.
Elemento architettonico di notevole pregio è il portale principale, concepito dal maestro Francesco Catorano e realizzato da artigiani solofrani e di Calvanico; esso è caratterizzato da due colonne in pietra, che si ergono su due alti basamenti, su cui è inciso lo stemma del sole raggiante-
Sopra il portale, una nicchia a finta finestra ospita una statua in pietra di San Michele.
A completamento dell’opera, la grande porta in legno divisa in 28 riquadri di varie dimensioni, tra i quali 6 pannelli più grandi che raffigurano le gesta di San Michele Arcangelo. I portali laterali sono incorniciati da blocchi di travertino intagliato, appena rifinito ai bordi e sormontati da finestroni compositi, che nella forma richiamano quello centrale.
La pianta interna è a croce latina con un ordine di dieci pilastri da cui si originano archi a tutto sesto che dividono le navate laterali dall'ampio invaso spaziale della navata centrale.

  • Navata sinistra

Lungo la navata di sinistra si trova : la cappella del battistero, il cappellone dei morti (detto anche di San Giuseppe), la cappella del Corpo Santo e 4 altari sormontanti altrettante tele, tra le quali si ricordano “la SS. Trinità” e “la Madonna del Rosario” di Giovan Tommaso Guarini.
Cappellone dei morti o di San Giuseppe
La prima delle cappelle poste nella navata sinistra della Collegiata è denominata "Cappellone dei morti" oppure "cappella di San Giuseppe". L'origine dei nomi deriva probabilmente dalla presenza sul pavimento di una epigrafe funeraria dalla quale si accedeva alla cripta della Collegiata, oppure dalla presenza sopra l'altare della tela "Il transito di Giuseppe" di Francesco Guarini, databile fra il 1643 e il 1645.
Altri preziosi capolavori sono : la tela proveniente dalla chiesa di San Rocco “Adamo ed Eva cacciati dal paradiso terrestre”, di autore ignoto; la scultura lignea di “San Filippo Neri di Giacomo Colombo (1722); la scultura lignea di San Giuseppe, riconducibile alla bottega di Giacomo Colombo (1710-1715); la statua lignea di San Giuda Taddeo (1700-1705) sempre attribuita a Giacomo Colombo; ed infine la scultura lignea di San Gaetano da Thiene attribuita a Giuseppe Picano opera di pregevole fattura sia per la nobiltà del modellato, sia per le raffinatezze compositive.

  • Cappella del Corpo Santo

La cappella del Corpo Santo, a sinistra del transetto, fu una delle prime cappelle ad essere realizzata e oggi custodisce la tela del pittore palermitano Michele Regolia o Ragolia “I sette Arcangeli e lo sposalizio di S. Chiara del XVIII secolo.

  • Navata di destra

La navata di destra racchiude 6 altari sormontanti altrettante tele, tra le quali si ricordano la “Natività con Adorazione del Bambino”, opera del salernitano Andrea Sabatini, e “La Pentecoste" realizzata da Angelo Solimena.
Nella parte terminale della navata sinistra, a fianco della zona absidale, è presente un altare in marmi policromi ove è posizionata l'urna con le reliquie di Santa Dorotea.
L’urna d’argento, finemente cesellata, sulla cui sommità si nota la scritta “corpo di Santa Dorotea, vergine e martire”, conserva il teschio e varie ossa della martire. L’antica reliquia di Santa Dorotea pervenne alla Collegiata di Solofra tramite la famiglia Orsini, e precisamente grazie a Filippo Bernauldo Orsini, principe di Solofra.
Sulla sinistra dell’altare, infine, il sarcofago in pietra dell’arciprete Cosma Guarino detto Ronca, che fu il primo primicerio della collegiata.

  • Navata centrale

La navata centrale si caratterizza principalmente per la presenza di un maestoso cassettonato ligneo, con ricche cornici intagliate e finemente decorate che contengono 21 tele raffigurati episodi biblici dell’Antico Testamento. Autore del ciclo veterotestamentario è Giovan Tommaso Guarino, il quale si firma con il monogramma GT sulla nuvola del telone raffigurante il Paradiso.
Altro gioiello presente nella navata centrale è l’imponente struttura in legno che contiene l’organo e il pulpito.
L’organo fu scolpito dall’intagliatore napoletano Giovanni Antonio Sclavo tra il 1579 e il 1583. Sul parapetto della cantoria spiccano quattro pannelli in bassorilievo raffigurati alcuni momenti delle storie di David. La cassa armonica culmina con un timpano in cui è inserita una statua di legno di San Michele. La parte armonica dell’organo fu ricostruita nel 1902 dai maestri organari solofrani Luigi e Raffaele d’Orso nel 1902.
Il pulpito, dalla forma a loggetta, porta scolpiti tre bassorilievi raffiguranti “S. Giovanni Battista che predica nel deserto”, a destra, “Gesù tra i dottori”, a sinistra e “S. Michele che soccorre le anime”, al centro.
L’opera in legno è stata resa ancora più preziosa mediante la sovrapposizione di oro ad opera di indoratori solofrani della bottega di Troiano Vigilante.
A completamento della navata centrale ricordiamo, infine, un crocifisso ligneo della prima metà del XVI secolo.

  • Transetto

Il transetto costituisce l’essenza artistica dell’edificio religioso.
Al centro, si può ammirare l'altare maggiore, che è in marmo policromo ed è dedicato alla Vergine Maria, infatti prospetticamente sopra l'altare si nota la tela di G. Bernardo Lama “l'Incoronazione della Vergine” del 1596.
Sotto il soffitto, l’opera d’arte più importante presente a Solofra : il cassettonato ligneo con le 21 tele di Francesco Guarini che rappresentano le scene salienti del nuovo testamento e dell'apocalisse, il tutto impreziosito da cornici intagliate e dorate con motivi fitoformi.
Questo ciclo indubbiamente costituisce l'opera principale del Guarini e che inserisce, culturalmente, il centro irpino in tutta la grande pittura napoletana del Seicento.
Ricordiamo al visitatore, poi, il capolavoro del Guarini, la “Sine macula” del 1637.

  • Abside

L’abside presenta in posizione centrale la tela di G. Bernardo Lama "l'Incoronazione della Vergine”; la Vergine è incoronata da Dio seduto sul globo e circondata da una schiera di angeli.
Nella tela è incastonata la statua dell’Arcangelo ricoperta di oro. Chiude la composizione, la cornice, commissionata dall’Universitas, che rappresenta un’elegante decorazione cinquecentesca.
Ai lati dell’opera sono collocate 2 tele oblunghe raffiguranti, a sinistra, “Tobiolo e l’Angelo” e, a destra, “Abramo visitato dagli angeli” di G. Tommaso Guarino; sul lato opposto, invece, è presente una tela raffigurante la "Sacra Famiglia" di Giovan Tommaso Guarini del 1616.
Infine, il coro ligneo che ricopre tutto il semicerchio absidale

  • La sacrestia

L'attuale sacrestia è la parte caratterizzata dai locali ipogei già esistenti prima della metà del XVI secolo.
I lavori di restauro successivi al sisma del 1980 hanno portato alla luce una serie di affreschi parietali, tra i quali ricordiamo la "Crocifissione con i dolenti" e lo stemma di Solofra col sole raggiante che testimonia l’origine comunitaria del Tempio.

"I  22 ambienti virtualizzati della meravigliosa Collegiata di San Michele Arcangelo permettono una esperienza davvero suggestiva ed unica."

 

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