SOLOFRA - CHIESA SAN GIULIANO
DESCRIZIONE
La Chiesa di S. Giuliano è ubicata all'ingresso di Solofra, nel rione Fratta, e risale al XVI secolo, come si legge su di una placca metallica infissa sulla facciata che riporta "AD 1583".
Nei secoli, a seguito di incendi e terremoti, subì vari rifacimenti tra i cui i più invasivi furono quelli del 1583 quando fu chiusa la primitiva porta d’ingresso sul lato occidentale dell’edificio e nel 1720 quando se ne definì la piazza.
Vale ricordare che questi ultimi lavori di sistemazione furono voluti dal parroco Ferrazzano, nipote del Vescovo Costantino Vigilante che nel 1728 consacrò la chiesa.
Anche la torre campanaria subì un intervento a seguito di un fulmine che la danneggiò nel settembre dello stesso anno.
La facciata si presenta semplice e lineare con portale di ingresso racchiuso da un timpano in pietra bianca, sormontato da un finestrone semicircolare.
Il campanile, collocato a destra dell’attuale ingresso e lievemente staccato e sfalsato rispetto alla facciata della chiesa, è a forma quadrata e bipartita, concluso superiormente da un corpo più piccolo quadrato a spigoli tagliati.
L’edificio, di forma rettangolare larga, presenta all’interno una pianta basilicale ad unica navata con ampio presbiterio.
La navata è fiancheggiata da sei altari laterali, in marmi policromi del settecento (San Matteo, Santissima Trinità, Santissima Annunziata) e del tardo ottocento (Santa Lucia, Madonna del Carmine, Madonna di Montevergine). Precedentemente questi altari avevano altri nomi ed erano appartenenti alle famiglie dominanti nel casale.
Sull’altare maggiore è situata una tela del 1606, raffigurante il Patrono con la Madonna di Montevergine, dipinta da Felice Guarini, come si rileva dalla scritta posta alla base: “Foelix Guarinus solofrensis descendens a pictoribus generansque pictore, faciebat”.
L’opera è incorniciata da un prezioso lavoro in legno dorato.
Sull’altare della Madonna del Carmine vi è una omonima tela del 1605 di Francesco Guarini, mentre nell’aula presbiteriale troviamo: a sinistra una copia della “Sine Macula” e a destra “L’angelo e Tobia” di Francesco Guarini.
DOVE SI TROVA
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