STORIA DI SANT'ANGELO A SCALA
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Origini
La presenza di grotte paleolitiche nella montagna a ridosso dell'abitato di Sant'Angelo a Scala testimonia la presenza umana in questi luoghi fin da epoche antichissime. L'origine del centro irpino si fa però risalire all'invasione dei Longobardi, che scelsero questo territorio alle pendici del monte Vallatrone come avamposto militare per difendersi da eventuali nemici. La prima notizia storica risale al 775 d.C. ed è collegata al Principe di Benevento Arechi II il quale, completata la costruzione del monastero sofiano di Benevento, lo dotò dapprima di un bosco e successivamente di un appezzamento di terreno vicino al castello di Pietrastornina. I monaci di Santa Sofia, in questo luogo, costruirono una chiesetta dedicata all'arcangelo Michele, successivamente intitolata a “San Marciani et Sant Angeli in Pietra Sturmini”. Nel primo decennio del 1100 questa chiesetta venne ampliata con la costruzione di un monastero, che ben presto divenne indipendente e all'originario titolo aggiunse quello di San Silvestro. Poco al disotto del monastero si andò formando un primo nucleo abitato, che dal nome della primitiva chiesetta si chiamò Sant'Angelo.
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I Normanni
Furono i Normanni ad infeudare il territorio e a costruire intorno alla chiesa e al nascente borgo un Castrum alle dirette dipendenze dei conti di Avellino Riccardo dell'Aquila e Ruggero de Fragneto. Del castello, nel 1112, Guglielmo Carbone signore di Monteforte tentò di farne un possedimento indipendente, ma Re Ruggiero II stroncò questo tentativo, rimettendo il castello alle dirette dipendenze del conte Riccardo dell'Aquila. Il figlio di Riccardo dell'Aquila, Ruggero, nel marzo del 1171, per far fronte alle spese che doveva affrontare presso la corte del re quale conseguenza di una congiura del baronaggio ordita contro Federico II, vendette la terra di Sant'Angelo a Ruggero de Fragneto, il quale costituì la baronia di Sant'Angelo e Capriglia. Costituitasi la baronia, i due castelli di Sant'Angelo e Capriglia ebbero una storia comune, con l'avvicendamento secondo le leggi longobarde e normanne di diversi signori feudali. Da fonti documentali apprendiamo che nel 1419, la baronia di Sant'Angelo venne affidata dalla regina Giovanna II di Napoli ad Ottino Caracciolo. Dai Caracciolo la baronia passò, poi, alla famiglia Carafa come dote di Isabella Caracciolo in occasione del suo matrimonio con il conte di Maddaloni, Diomede Carafa.
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I Carafa
La famiglia Carafa detenne il feudo di Sant'Angelo per quasi 100 anni, lasciando un segno indelebile del proprio dominio feudale mediante la costruzione di una grandiosa dimora fortificata su due piani, collocata al centro di un grosso giardino terrazzato; proprio in questo palazzo nacque nel 1476 Gian Pietro Carafa, il futuro Papa Paolo IV passato alla storia come “intemerato punitore di ogni male e acerrimo campione della fede cattolica”.
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I Salvi
Ultimi signori a cui spettò l'attribuzione feudale di Sant'Angelo furono i Salvi, perché alla morte di Gennaro Salvi l'intero territorio passò sotto il dominio della regia corte di Napoli. In questo periodo si assiste ad un nuovo sviluppo del centro abitato che dal castello si allargò verso nuovi palazzi signorili sparsi in diversi punti del territorio. Quanto all'etimologia del nome Sant'Angelo a Scala, va detto che se la prima parte del nome è certamente riconducibile a San Michele Arcangelo e alla prima chiesetta costruita dai monaci sofiani, la specificazione “a scala” potrebbe far riferimento, secondo Arturo Bascetta, alla ripida conformazione della stradina che dal borgo conduceva alla chiesa.
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