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  STORIA DI OSPEDALETTO


  • Origini

    Le origini storiche del comune di Ospedaletto d’Alpinolo sono strettamente dipendenti dall’Abbazia di Montevergine, in particolare dal dominio feudale che esercitava l’abate verginiano sui vassalli residenti nel territorio alle pendici dell’impervia montagna. Infatti, fin dalla fondazione di Montevergine, datata 1126, ad opera di S. Guglielmo da Vercelli, il Santo iniziò ad intessere non soltanto contatti con quel territorio ma anche a raccogliere molti beni, mobili ed immobili, ai quali si aggiunsero ben presto altri tipicamente medievali: i vassalli. E’ del marzo 1128, l’atto con il quale Raone Malerba, signore del castello di Summonte, donò direttamente a S. Guglielmo un suo vassallo di nome Giacomo di Pietro, con tutta la sua famiglia e i suoi beni. Dopo di allora i vassalli si fecero sempre più numerosi, tanto che nel 1178 l’abate Giovanni I, per ovviare al fatto che i vassalli del monastero vivevano dispersi nei singoli castelli e alcuni di loro mancavano di case, stipulò con 27 vassalli un contratto bilaterale con il quale ognuno dei vassalli riceveva nella zona ai piedi della montagna, detta delle “Fontanelle”, il suolo sufficiente per due case, una per abitarvi e l’altra per gli armenti, e la facoltà di poter liberamente costruire forni per cuocere il pane. Da parte loro i vassalli si obbligavano a corrispondere due braccia di cera di giusta misura il giorno del Natale del Signore, a non vendere né alienare ad estranei i beni ricevuti in domini, potendoli solo trasmettere in eredità ai loro eredi legittimi. Infine, i vassalli venivano considerati dall’Abbazia come “fideles nostri” e come tali soggetti all’autorità dell’Abate verginiano, sebbene anche legati agli originari signori feudali che li avevano donati all’Abbazia. E’ questo il documento “ufficiale” che certifica la nascita dell’attuale comune irpino (la zona delle Fontanelle viene identificata nell'attuale territorio di Summonte, nei pressi del Castello medioevale).

  • I Longobardi

    Con il cambiamento di dinastia nel regno di Sicilia, l’abbazia di Montevergine ottiene importanti riconoscimenti; il neo imperatore Enrico VI, mediante due diplomi databili 30 marzo 1195, ratificò tutti i possedimenti, le chiese e i beni del Santuario mariano ed inoltre staccò il territorio di Mercogliano dalla contea di Avellino e lo donò a Montevergine con tutti i suoi tenimenti, uomini e pertinenze, esimendo i vassalli da qualunque giurisdizione e foro e rendendoli soggetti solamente e completamente all’abate di Montevergine.

  • I Normanni

    Con la fine del dominio longobardo e l'ascesa dei Normanni, Summonte passò alla condizione di feudo, tanto che il borgo venne murato e dotato di un castello. A conferma di ciò un documento del 1094 che cita un "castellum qui dicitur Submonte". Il primo signore feudale conosciuto fu Raone de Fraineta che ricevette il maniero come suffeudatario del conte di Avellino, Ruggiero de Aquila. Successivamente il castrum venne conquistato dal Re Ruggiero II di Sicilia ed affidato a Raone Malerba, ricordato in alcuni documenti come "dominus de castello Submonte" insieme al figlio Boemondo.

  • I Malerba

    Successivamente, tra i vassalli del casale “Fontanelle” e gli abitanti del Castello di Summonte, retto dal Signore Roberto Malerba, iniziò un lungo periodo di tensione che sfociò in danni ai beni ed alle persone del casale. All’abate Giovanni III Fellicola, pertanto, non rimase altro che prendere la risoluzione di trasferire il casale in un luogo più opportuno e meno vicino al castello di Summonte, divenuto ormai pericoloso. Il luogo scelto questa volta per il casale di Montevergine fu un tenimento del monastero, già acquistato per donazione nel novembre del 1125, presso la chiesetta di S. Maria del Preposito, luogo di culto esistente dall’857. Il nome di Casale di S. Maria del Preposito durò ben poco perché già nel settembre 1231 comincia a comparire l’espressione di “Casale di Montevergine”, che durerà sino agli inizi del ‘400. Contemporaneamente si andò facendo strada, per esprimere lo stesso casale, un’altra espressione, quella di Hospitalis Montis Virginis (Ospedale di Montevergine), che dapprima rimase limitata all’opera caritativa creata dall’Abbazia ai piedi della montagna per venire incontro alle necessità dei pellegrini che si recavano al Santuario, per poi estendersi a tutto il casale che vi si andò sviluppando intorno. In realtà dell’esistenza di tale opera, con il nome Ospedale di S. Tommaso se ne fa espressa menzione già nell’agosto del 1164, e perciò la sua costruzione può presumibilmente essere retrodatata ai primi decenni della fondazione di Montevergine.

  • Gli Svevi

    Il passaggio anche del casale di Montevergine sotto il dominio temporale dell’abate di Montevergine venne ribadito da Federico II, il quale nel confermare alcuni beni sotto il dominio feudale dell’Abbazia, in primo luogo nomina l’ospedale di S. Tommaso, ai piedi della montagna, e il casale del monastero, situato fra lo stesso ospedale e il castello di Summonte. Dall’ottobre del 1463 in poi “l’Ospedale di Montevergine” iniziò ad essere identificato e conosciuto con il nome di “Casale di Ospedaletto. Successivamente scompare la parola “casale” restando come identificativo del paese solo la voce Ospedaletto.

  • Dal 1567...

    Il dominio temporale dell’Abbazia di Montevergine su Ospedaletto iniziò progressivamente ad affievolirsi a partire dal 1567, anno in cui il Card. Commendatario Ludovico d’Aragona stipulò con l’Annunziata di Napoli una convenzione (magna concordia) la quale produsse progressivamente la separazione tra l’amministrazione temporale esercitata di fatto da un magistrato dell’Annunziata e la giurisdizione spirituale riservata dapprima dal Vicario generale della congregazione, in seguito, dal 1588 in poi, all’abate generale. Quando nel periodo della restaurazione borbonica, venne abolita l’istituzione feudale, l’abate di Montevergine perdette ben poco, dati i suoi residui poteri e il tenimento di Ospedaletto entrò a far parte del Regno di Napoli, nella provincia di Principatus ultra serras Montorii (Principato ultra), cioè del Principato a nord delle montagne di Montoro.

 

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