STORIA DI MONTEFORTE
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Le Origini
Il territorio di Monteforte Irpino è connotato da numerosi eventi che, succedutisi nel corso di questi ultimi millenni, ne denotano un’ importanza storica di non poco conto. È plausibile che la ruvidezza e l’asperità dei luoghi montagnosi e selvaggi, con le fortificazioni che ne controllavano il passo, abbiano dato a questa terra il nome del “Montis Fortis” già molto tempo prima che questa diventasse paese. L’appellativo “Irpino”, invece, lo caratterizza per il suo passato più remoto, laddove si sviluppò quella civiltà delle tribù irpine di origine sannita che ebbe come massime espressioni di fede la Dea Mefite della valle dell’Ansanto e la dea Cibele la cui ara era posta sul sacro monte (Montevergine).
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I Sanniti
La nostra terra fu originariamente abitata dalla tribù “Hirpina” di stirpe sannitica che si sviluppò tra la “Campania antica” e “L’Apulia” andando ad occupare la zona più a sud del Sannio Irpino. Tale tribù non potè evitare di venire a contatto con le genti dell’antica Hiria, attraverso il valico della Portalupara, che ancora oggi viene identificata come la vera porta dell’Irpinia e come principale percorso detto per “Taellavore” che attraversava Cimitile, Avella, Ponte Munianum, Portalupara, casale Balneum ed Abellinum. Lo stesso percorso che successivamente i romani chiameranno Campania Felix: terra felice, terra ricca, terra lavorata. È molto probabile che il valico di Monteforte sia anche stato attraversato da Annibale il Cartaginese, gia nel 216 a.C. al fine di raggiungere la pianura campana.
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I Romani
Quando i Sanniti campani, nell’89 a.C. conquistarono Nola, la pianura Sarnese e il Vallo di Lauro, Lucio Silla, comandante di sei legioni, raggiunse il fronte meridionale riprendendosi dapprima il controllo tra il Vesuvio e Nola, e successivamente il Vallo di lauro e buona parte del territorio di Monteforte Irpino e Forino fino alla periferia di Abellinum.
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I Longobardi
Con la caduta dell’Impero Romano, tuttavia, la via per il Passo di Monteforte fu abbandonata alle barbarie delle popolazioni che si addentrarono in queste terre. Con le invasioni barbariche, il primo nucleo abitativo trovò rifugio sulla collina di San Martino, dove fu eretto un castello. La prima notizia del borgo è contenuta in un atto notarile di vendita dell’ 891, che oltre a dimostrare l’esistenza del castello, mostra anche che fossero I Longobardi a presidiarlo.
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I Normanni
Soltanto successivamente, quando si capì l’importanza strategica del percorso per il controllo doganale delle merci, il Passo di Monteforte fu migliorato quando intorno al 1100 i Normanni elevarono la strada a Regio tratturo. Ancor più grosse e definitive migliorie si ebbero intorno alla metà del 1200 quando Carlo d’Angiò destinò il castello di Monteforte a sua residenza estiva, elevandolo a Castello Regio e migliorandone l’accesso attraverso la “Vianetta” che ancora oggi è la strada che porta a San Martino. La strada divenne la via del grano in quanto per Monteforte passava tutta la massa cerealicola proveniente dall’Irpinia e dalla Puglia per sfamare le popolazioni della città di Napoli. L’ormai antica Montis Fortis si sviluppò definitivamente proprio lungo la strada regia con la nascita di taverne, mulini, neviere ed altri commerci che diedero a Monteforte la denominazione di “Paese del Passo”.
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Dal 1500...
Una volta rinnovata dagli Angioini, la strada Regia subì ulteriori miglioramenti intorno al 1500 dagli Aragonesi ed, ancora, dai Borboni nel 1757 che la inserirono tra le loro grandi opere e ne arricchirono il decoro con altre opere tra le quali diverse fontane monumentali come la fontana Carlo III, situata nella località Gaudi. Monteforte assunse un ruolo primario nei moti costituzionali del 1799 e del luglio del 1820. Il 30 aprile del 1799, presso il Passo di Monteforte, iniziò una furiosa battaglia che si concluse il 3 maggio con la vittoria delle forze Repubblicane su quelle filo-borboniche. Dopo solo 20 anni, nel 1820, il paese si trovò ad essere nuovamente protagonista nei Moti costituzionali, quando fu innalzata la bandiera della libertà contro i Borboni nelle gole del Gaudio. Nel 1961 nella ricorrenza del 1° centenario dell’unità d’Italia la Capitale Roma, in ricordo del paese sulle cui vette sventolò per la prima volta il vessillo della libertà, intitolava “via Monteforte Irpino” una via nel nuovo quartiere Prenestino che sbocca nel Piazzale degli irpini.
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